E’ partita contemporaneamente la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori delle campagne della piana di Gioia Tauro e del Foggiano, con il blocco del porto di Gioia Tauro e di un importante snodo stradale alle porte di Foggia. Segue la nota del Comitato Lavoratori delle campagne. Intanto, sempre dalla pagina facebook del Comitato, si apprende dell’investimento di un lavoratore al porto di Gioia Tauro da parte di un’auto in corsa. Seguiranno ulteriori aggiornamenti.
PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE! BASTA SEGREGAZIONE, VIOLENZA E SFRUTTAMENTO: DOCUMENTI PER TUTTI/E!
Si avvicina il Natale, le feste e i buoni propositi…e noi oggi, 6 dicembre 2019, apriamo la stagione natalizia ricordandovi che cosa succede nelle campagne italiane. Oggi blocchiamo.
Abbiamo deciso di organizzarci e scioperare ancora una volta e oggi scendiamo in strada uniti e unite, italiani ed immigrati, per rispondere alla repressione, agli sgomberi e alle leggi che ci vogliono sempre più controllati e sfruttati.
Lo facciamo contemporaneamente dalla provincia di Foggia alla piana di Gioia Tauro, due dei territori dove molti di noi lavoratori e lavoratrici delle campagne vivono, e dove troppi di noi sono morti in questi anni a causa della violenza di leggi che ci vogliono segregati, poveri e in silenzio.
Per questo oggi abbiamo deciso di bloccare alcuni degli snodi più importanti di una filiera di sfruttamento che, dai distretti agro industriali ai centri dello shopping consumista, risucchia tantissimi lavoratori e lavoratrici come noi, italiani ed immigrati, in un vortice di precarietà e ricatto.
Solo pochi giorni fa l’ennesimo incendio nell’ex Gran Ghetto di Rignano, in provincia di Foggia, ha distrutto le case di molte persone, e ancora una volta il governo risponde con una tendopoli emergenziale. Nella Capitanata, come nella piana di Gioia Tauro, l’unica soluzione abitativa per chi lavora in campagna sono le tende o la strada, mentre a Rosarno esistono case vuote costruite addirittura con i fondi europei dedicati ai braccianti stagionali. Siamo stanchi di ripeterlo, non possiamo più accettare l’enorme business che lucra sul contenimento e il controllo degli immigrati attraverso campi container, tendopoli e centri di accoglienza. Siamo lavoratori e abbiamo diritto a vivere nelle case, a contratti di affitto regolari e alla residenza!
Ma oggi ci rivolgiamo soprattutto al ministero dell’interno, responsabile delle leggi che ci rendono sempre più precari e sfruttabili. Ad oggi, oltre ad essere praticamente impossibile entrare in Italia in maniera regolare, è anche sempre più difficile rinnovare il titolo di soggiorno. L’entrata in vigore del decreto Salvini ha reso irregolari moltissime persone che prima, pur con grandi difficoltà, riuscivano a vivere e lavorare regolarmente con un permesso di soggiorno di tipo umanitario. Dal momento che le questure e le commissioni territoriali ci hanno detto chiaramente di non poter far nulla perché bloccate dalla legge, oggi usiamo la nostra forza per interloquire direttamente con il governo.
Ultimamente si sta parlando di riformare gli ultimi decreti sicurezza: pensiamo che nessuna riforma possa davvero cambiare la situazione. Vogliamo quindi la regolarizzazione per tutte e tutti attraverso l’abrogazione totale degli ultimi due decreti, la reintroduzione del permesso umanitario, dei flussi per lavoro e le sanatorie; la possibilità di rinnovare il permesso e accedere ai servizi di base anche senza la residenza. A questo proposito abbiamo preparato una piattaforma di rivendicazioni, per portare al dibattito pubblico delle proposte concrete riguardo la legislazione che regola l’immigrazione.
Pur consapevoli di essere l’anello più sfruttato della filiera, sappiamo anche bene di esserne l’ingranaggio principale. Se ci fermiamo noi, si ferma tutto il sistema. Senza la nostra manodopera da dove si ricava profitto?
Vogliamo i documenti e, come ripetiamo da anni, case vere per tutti e tutte, libertà di movimento e la fine di ogni politica e dispositivo di controllo e contenimento.
Oggi dalla Puglia alla Calabria vogliamo farci sentire e allargare il nostro fronte di lotta a tutto il paese: fino a quando non avremo risposte, vi blocchiamo il Natale.
UNITI/e CONTRO SEGREGAZIONE, CONFINI E SFRUTTAMENTO! PER NATALE NON CHIEDIAMO NULLA, CI PRENDIAMO LE STRADE!
Aggiornamenti dalla pagina facebook del Comitato Lavoratori delle Campagne
Da Gioia Tauro i lavoratori si stanno spostando in massa verso Reggio Calabria dove verranno ricevuti da Prefetto e Questore. A Foggia la determinazione dei lavoratori sta spostando il blocco dalla strada al centro commerciale Grande Apulia. Non ci arrendiamo finché non otterremo risposte! Abbiamo bisogno di cose concrete e siamo stanchi di ripeterlo: dateci i documenti o non vi daremo il Natale!
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Foggia: la celere schierata minaccia lo sgombero. Evidentemente il blocco del centro commerciale GrandApulia da fastidio: e allora dateci un incontro al ministero! Non ci accontentiamo di promesse vuote, sono anni che lottiamo per avere un documento, per poter vivere in pace in questo paese che ci fa la guerra ogni giorno, e non ci faremo spaventare!
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La polizia a Foggia carica i manifestanti che stavano bloccando l’ingresso del centro GrandApulia e spacca in due il corteo. I lacrimogeni invadono il piazzale. La polizia ha portato via una persona. Entrambe le entrate del centro commerciale restano bloccate.
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Reggio Calabria: la delegazione di lavoratori salita all’incontro in Prefettura non sta ricevendo risposte, e noi blocchiamo il lungo mare. La polizia reagisce con cariche e spintoni, ma noi non molliamo. Siamo venuti fino qui perché abbiamo delle rivendicazioni concrete e non ce ne andiamo di fronte alla violenza delle forze dell’ordine, né all’ipocrisia delle istituzioni.
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